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APRIRE SOCIETA' IN BULGARIA PER PAGARE MENO TASSE

Ormai è arcinoto a noi tutti: l'Italia non è più un Paese nel quale valga la pena investire. La burocrazia è asfissiante, il costo del lavoro tra i più alti al mondo e la pressione fiscale sui redditi di impresa raggiungono un triste primato in Europa.
Insomma ogni buona idea, anche quella spinta da una creatività senza limiti e da buoni margini di mercato, non può che ricevere grandi delusioni se pensa di poter fare breccia in Italia: lo statalismo imperante non farà altro che limitarne le possibilità di guadagno se non addirittura portarla al fallimento in tempi anche piuttosto brevi.

Ecco allora che sempre più imprenditori desiderosi di investire in Paesi nei quali valga la pena farlo, tentano la via dell'Europa orientale: vediamo quindi nel dettaglio le ragioni che spingono i detentori di capitale ad emigrare oltre frontiera e ad approdare in Bulgaria. Ma per il momento ci limitiamo ad analizzare il solo fattore legato ai costi, senza dunque considerare le agevolazioni in materia di tempistica che già da loro contribuiscono con l'allargare il divario tra Italia ed Est Europa.

TASSE DI IMPRESA

Qui in Bulgaria l'apparato pubblico funziona decisamente meglio rispetto a quello italiano, ed è sempre qui che una pressione fiscale estremamente limitata permette a qualunque idea imprenditoriale di trovare ottime opportunità di crescita: una di queste economie, se non persino la più rappresentativa in termini di competitività, è senza dubbio la Bulgaria.

Anche solo guardando alla tassazione di impresa qui prevista, ci si accorge sin da subito di come investire nell'economia bulgara sia molto conveniente: se in Italia i redditi societari e aziendali vengono tassati a partire da una base del 31,40 % (come somma del 27,50 % di Ires e del 3,9 % medio di Irap); in Bulgaria gli stessi profitti di impresa sono assoggettati ad una tassa unica del 10 %.

COSTO DEL LAVORO

Il report "Labour costs in the Eu27 in 2011" elaborato qualche anno fa da Eurostat, ci dice inoltre che l'Italia è uno dei Paesi con il più alto costo del lavoro in Europa. Considerando la voce "costo del lavoro" come la somma dei costi da salariali (gli stipendi) e i costi non salariali (contributi sociali), il Belpaese detiene un costo medio pari a 26,8 euro orari; la Bulgaria, invece, di soli 3,5 euro.

Nello stesso report va poi considerato che, se è vero che in quanto a costo del lavoro l'Italia non figura in cima alla vetta europea, è anche vero che la stessa ricerca non ha tenuto conto della differenza tra costi salariali e costi non salariali (decidendo invece di unificarli sotto un'unica voce). Un esempio pratico? I 26,8 euro orari di costo del lavoro italiano se ne vanno per lo più in tasse, mentre i 29,7 euro/ora finlandesi vanno quasi a totale beneficio di un maggiore salario per il dipendente. L'Italia, insomma, è la nazione più tartassata sul fronte lavoro.

COSTO DELLA VITA

Per avere una maggiore chiarezza sulla qualità della vita in Italia a dispetto di quella che si avrebbe invece in Bulgaria o comunque in una media europea, occorre confrontare il reddito medio con il costo della vita. Anche in questo caso il rapporto Eurostat ci dice che è l'Italia la nazione a cavarsela peggio: il costo della vita vigente, rapportato al reddito medio percepito, pesa per ben l'83,8% del totale! Un vero e proprio furto legalizzato.

Alla luce di ciò sono bastate solo tre voci per esserci resi conto di come tra Italia e Bulgaria il gap in termini di meno tasse sia estremamente ampio. Già solo le tasse sui redditi di impresa e il costo del lavoro non fanno altro che descriverci due realtà diametralmente opposte, o meglio, due diversi modi di percepire - e di rispettare - la forza lavoro stessa.

 

Aprire conto bancario in Bulgaria 
La Bulgaria è un paese con un gran numero di banche e imprese, ciascuna delle quali ha diverse filiali in ogni città, grande o piccola che sia, non è difficile trovarne una dato che spuntano ad ogni angolo. Quindi se uno intende aprire un conto in una banca, personale o per la propria impresa o azienda, deve soltanto scegliere quella che ritiene adatta al suo scopo. Il conto corrente si puo’ aprire con valute in leva, euro e dollari.  La procedura è standard – bisogna presentare un documento di identità compilare la modulistica di richiesta di apertura del conto con il quale il cliente dichiara di accettare le condizioni generali della rispettiva banca e infine firmare lo stesso modulo che funge da contratto in presenza di un funzionario autorizzato dalla banca, altrimenti la firma va accompagnata da una verifica notarile. Nei casi di persone giuridiche residenti – società – commercianti individuali, etc. occorre presentare il regolamento della società, il certificato di registrazione della società stessa e un documento sullo stato attuale, deleghe di tutte le persone che potranno operare con i mezzi presenti nel conto, le deleghe devono essere legalizzate dal notaio oppure firmate contestualmente dal delegato e dal delegante in presenza del funzionario della banca; la dichiarazione della registrazione fiscale della società e il documento della registrazione della partita IVA; documento di identità delle persone che opereranno sul conto. Nel caso di persone giuridiche straniere non residenti, si deve presentare l’atto di registrazione estratto dal registro commerciale oppure un altro documento a seconda delle particolarità dei diversi paesi che certifichi l’atto di costituzione della società e che dimostri lo stato legale attuale; la registrazione fiscale della società; deleghe per tutte le persone che opereranno sul conto, ma che non figurano nell’estratto ufficiale del registro commerciale. La delega va eseguita da una persona autorizzata a rappresentare la società in base al documento suddetto. Le deleghe vanno legalizzate notarialmente oppure firmate contestualmente dal delegante e dal delegato in presenza del funzionario della banca; l’atto di costituzione, il documento di identità delle persone che opereranno sul conto. NOTA! I documenti provenienti dall’estero, comprese le deleghe, vanno legalizzati da un notaio, dopo di che tradotti in lingua Bulgara e legalizzati dall’Ambasciata Bulgara (Consolato) nel rispettivo paese. Se il rispettivo paese non ha aderito alla convenzione dell’Aia, allora i documenti vanno legalizzati tramite apostilla. Le fotocopie dei documenti di identità vanno legalizzati notarialmente  nel caso in cui le fotocopie non fossero state fatte dalla banca. Sostanzialmente le procedure non sono molto complesse e le banche Bulgare sono ben disposte verso lo straniero, soprattutto se si tratta di società. Le spese di tenuta conto sono relativamente basse e i Crediti sui depositi ancora più alti rispetto all’Italia, non sono ancora molto convenienti i mutui per l’acquisto di beni immobili con tassi di debito ancora di ¾ punti più alti rispetto al nostro paese.

 

 

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